Sunday, March 20, 2011

Bufalino y Ginzburg: luminosos y exactos

Los dos autores que más he disfrutado leyendo en italiano han sido Gesualdo Bufalino y Natalia Ginzburg. Son dos estilos totalmente opuestos: el de Bufalino es barroco, metafórico, alusivo, culturalista, intelectual, suntuoso, apasionado, a veces clásico, a veces recovecoso; el de Ginzburg es sencillo, sobrio, directo, realista, familiar, cotidiano, descriptivo, sentimental. Pero los dos son igualmente luminosos y exactos. Son una maravilla.
Leer en italiano me turba y me apacigua al mismo tiempo, me relaja y me emociona. Es un idioma tan agradable, susurrante, armonioso...

Il mio mestiere è quello di scrivere e io lo so bene e da molto tempo. Spero di non essere fraintesa: sul valore di quel che posso scrivere non so nulla. So che scrivere è il mio mestiere. Quando mi metto a scrivere, mi sento straordinariamente a mio agio e mi muovo in un elemento che mi par di conoscere straordinariamente bene: adopero degli strumenti che mi sono noti e familiari e li sento ben fermi nelle mie mani. [...] Quando scrivo delle storie sono come uno che è in patria, sulle strade che conosce dall’infanzia e fra le mura e gli alberi che sono suoi. Il mio mestiere è scrivere delle storie, cose inventate o cose che ricordo della mia vita ma comunque storie, cose dove non c’entra la cultura ma soltanto la memoria e la fantasia. Questo è il mio mestiere, e io lo farò fino alla morte. Sono molto contenta di questo mestiere e non lo cambierei per niente al mondo.
Natalia Ginzburg, "Il mio mestiere" (Le piccole virtù)


La verità di un corpo è la sua nudità. Allo stesso modo la verità di un luogo è la sua complessione fisica, lo scheletro, l'epidermide, la muscolatura; tutto quel che appare, cioè, "naturale", non dovuto a nessuna plastica e chirurgia, a nessun sopruso dell'intelligenza e del braccio; che non ha valore di cosmesi o di pròtesi (strada, argine, porto, canale, casa, coltivazione...) ma è roccia primitiva, gioco spontaneo di venti e acque lungo una costa, azione di caldi e geli, meteore e solleoni su una compiacente, virginea materia...
Gesualdo Bufalino, "L'isola nuda" (Saldi d'autunno)

4 comments:

Portarosa said...

Pues será por eso que entiendo mucho mejor el primer texto...
Un abrazo.

mariona said...

Me ha encantado la sencillez de Ginzburg. Esencia.
Un beso, conde.

conde-duque said...

Será por eso, Porto. Un abrazo.
Besos, Marioneta.

Anonymous said...

A mi me gustan los dos estilos, siendo opuestos en rasgos generales. Siempre me asombra el prejuicio sobre la sencillez, aquél estilo llano y preciso, su economía. Susan Sontag dice algo muy acertado en uno de sus ensayos, no lo recuerdo bien, tal vez uno sobre el estilo. Refiere cómo lo llano y simple es asimismo un artificio. Para ser preciso, pues, Bufalino tampoco se queda atrás en la esencia. Es grandísimo. Por un lado, Chéjov, Carver, Hemingway, Jaeggy, Borges y muchos otros, infinitos. Por el otro, Shakespeare, Proust, Dostoievsky, Faulkner, Conrad, James, Nabokov, Manganelli, Quevedo, etc. Lo que sospecho es que los barrocos exigen más atención y concentración, que no un lector perezoso. Tampoco es sinónimo de calidad, todo depende. Saludos